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La 2600 Sprint 

Esemplare del 1963, il primo proprietario fu Arrigo Raganelli, titolare della storica concessionaria Alfa Romeo di Roma; nel 2011 è entrata a far parte della mia raccolta.

A fine anni 90 è stata sottoposta ad un restauro parziale della carrozzeria e ad una revisione completa della meccanica; lavori che l’hanno riportata in condizioni veramente strepitose. 

Vettura più elegante che sportiva, interpreta al meglio il ruolo di classica gran turismo di scuola italiana, regalando ancora grandi soddisfazioni su percorsi rettilinei; non invoglia invece ad una guida brillante quando la strada diventa più tortuosa e vengono fuori tutti i limiti di un pianale progettato oltre dieci anni prima. 

Un’Alfa quindi figlia del suo tempo, nata per un altro traffico e per altre strade, con un 6 cilindri in linea pastosissimo e molto gradevole da ascoltare, e che sa anche essere sorprendentemente comoda.

 

La 1750 GT Veloce

Esemplare del 1969 appartenuto ad un unico proprietario (classe 1917!), da me acquistato nel 2004, è stato sottoposto ad un restauro integrale della carrozzeria. Da parte mia ho provveduto al rifacimento dei particolari in legno sulla plancia ormai scheggiati e sbiaditi dal tempo ed alla sostituzione di luci posteriori, fregi e stemmi esterni.

Nel 2019  il motore ha necessitato di un rifacimento totale che l'ha riportata all'originaria freschezza ed anche il campio è stato revisionato.

Il grande equilibrio tra motore e telaio la rendono sempre molto gustosa da guidare e, fra tutte, è senza dubbio la mia preferita.

Ha preso il posto della mia Giulia 1300 TI del 1968.

 

La Montreal

Esemplare del 1972 appartenuto a due proprietari, da me acquistato nel 2007, si presentava in eccezionali condizioni di conservazione della carrozzeria e degli interni. Si sono invece resi necessari alcuni interventi meccanici quali la sostituzione degli ammortizzatori, del radiatore, delle testine dello sterzo e dell'impianto di scarico.

Il sound cupo e la spinta infinita dell' 8 cilindri a V unite al cambio dalla manovrabilità chirurgica, ne fanno una vera regina della strada e fanno dimenticare i consumi vergognosamente alti. Bisogna anche dire però che i limiti di un telaio di grande serie la rendono un po' impegnativa sui percorsi misti dove può trovarsi in difficoltà con vetture magari meno potenti ma più agili.

Ha preso il posto della mia Spider 1300 Junior del 1971.

  

L'Alfasud Sprint

Esemplare del 1977 appartenuto ad un unico proprietario, ancora con il boxer da 1.286 cc, nel 2008 è stata da me salvata dalla demolizione esclusivamente perchè di colore "Bruno Cilento", una tinta a cui sono molto affezionato poichè è stato il colore della mia prima Alfa; l'unico intervento necessario il ripristino della tinta sui montanti centrali.

A torto considerata come un'Alfa di "serie B" o la "GTV dei poveri" è in realtà divertente da guidare anche perchè dotata di una meccanica di prim'ordine per la categoria e comunque ancora attuale.

Era giusto inserirla in questo gruppo per sottolineare, se mai ce ne fosse bisogno, quanto fertile fosse la progettualità Alfa Romeo anche quando questa si rivolgeva a vetture di classe più economica.

 

La GTV6 2.5

Esemplare del Novembre 1980, quindi uno dei primissimi costruiti, due proprietari, da me acquistato nel 2009. Le superbe condizioni di meccanica, carrozzeria ed interni erano il risultato della cura con cui i precedenti proprietari l'avevano tenuta.

Il funzionamento morbido e vellutato del motore non deve però trarre in inganno: la spinta del 6 cilindri a V è sempre autorevole anche se mascherata da un soffio garbato che la rende una grande stradista e ne fa una vettura fruibile in tutte le situazioni di traffico. Grandissimo motore, grandissime doti telaistiche, per renderla perfetta ci voleva solo una migliore manovrabilità del cambio e una frizione un po' più modulabile. E per finire una sorpresa: i consumi sono eccezionalmente contenuti; in autostrada si sfiorano quasi i 12 km/l...meglio di così!

Ha preso il posto della mia Alfetta Gt 1.8 del 1974.